Quali sono i finanziamenti a fondo perduto per un co-living?
A partire dal 2015, un fenomeno ha iniziato a diffondersi a gran velocità a causa della sua innovazione: parliamo del co-living. Esso nasce dalla volontà di abbattere i costi, spinto anche dalla curiosità e volontà di condividere uno spazio residenziale.
La creazione di una reale comunità di lavoro sta alla base del co-living, andando sempre più a sostituire la freddezza di team che spesso ritroviamo in azienda. Parliamo di un luogo per tutti coloro che abbiano voglia di lavorare senza mai uscire di casa, avendo a propria disposizione ogni tipo di comfort. Molto presto, questi spazi sostituiranno le classiche piattaforme di co-working che, invece, non possiedono veri e propri appartamenti per vivere.
Una delle cause principali della nascita del co-living è l’aumento dei costi d’affitto. L’economicità di questi spazi ha permesso che si espandessero a macchia d’olio. Persone con carattere e filosofia simili hanno voglia di incontrarsi gli uni con gli altri, lavorando, vivendo e riposando nello stesso luogo. Si moltiplicano le possibilità di poter socializzare e creare profittevoli legami a lungo termine.
Quali sono i requisiti necessari per avviare un’attività simile?
- Un’abitazione molto grande con più stanze e, possibilmente, un’area verde dove rilassarsi.
- Una cucina dove consumare i pasti.
- Una sala comune con le postazioni di lavoro.
- Un’area di aggregazione e condivisione.
È necessario che le stanze non siano l’unico ambiente abitabile. L’obiettivo dell’area verde è proprio questo: dev’essere possibile infatti uscire per prendere aria nuova ed “evadere” dal posto di lavoro, all’occorrenza.
Movimentare la vita della piccola comunità con viaggi, escursioni, attività outdoor, corsi, laboratori, spazi aperti agli esterni è necessario per la sopravvivenza del gruppo di lavoro.
Come si finanziano questo genere di attività? I bandi a fondo perduto vengono in aiuto di tutti coloro che abbiano voglia di creare un ambiente simile. Questi sono attualmente disponibili e attivi in Italia. Sono ammissibili le spese per la ristrutturazione o manutenzione straordinaria dei beni immobili, acquisto di impianti, macchinari, attrezzature e programmi informatici. Tutto per l’avvio dell’attività.
Il finanziamento copre il 100% delle spese: il contributo costituirà il 35% dell’investimento complessivo, mentre un finanziamento bancario coprirà il restante 65%.